domenica 18 agosto 2013

Cartoni brutti - Peppa Pig ep. 2: Il Signor Dinosauro si è Perso

Ok, ci siamo col secondo episodio di Peppa Pig.

Voi probabilmente vorrete una recensione su un manga erotico scadente o su un romanzo rosa dello stesso calibro, e invece no, ho scelto Peppa Pig.

Sì. Speravo di riuscire a superare il trauma causatomi da questa cosa animata ma non ci sono riuscita e ogni volta che lo guardo, fa sempre più schifo.
E siccome siamo nell'era del Web 2.0, devo condividere col mondo intero.



Dunque, veniamo al nostro secondo episodio che vede la nostra saccentona di questa grandissima a spaccare i soliti maron glacè, stavolta, col pupazzo/dinosauro del fratello.
George, il fratellino di Peppa Pig(na), ha un pupazzo/dinosauro che porta sempre con sè: a letto quando dorme, a tavola quando mangia, in bagno quando la mamma provvede a lavarlo. Ci gioca da solo, lanciandolo in aria, e in compagnia, cercando di spaventare la nostra dolce amica.

Faccio una piccola parentesi sul dinosauro presente durante i pasti, ma non per colpa del dinosauro o perchè voglio sparare una massima su come si educhino i figli, ma perchè George molla non un rutto, ma ben due, con l'espressione da Barney Gumble dei Simpson, che fanno tremare la casa: una specie di terremoto di magnitudo 4.2 della scala Mercalli con più scosse.

sì, qui il signorino starebbe ruttando, non piangendo come si potrebbe pensare di primo acchito.

I genitori debosciati, invece di sgridarlo, ridono.

Ridono. E danno la colpa al dinosauro, che poverino, se ne sta là, con la bocca aperta come un deficiente, in un angolo a digiuno, come se non fosse abbastanza doversi sorbire tutti i giorni George e quell'adorabile stronza di Peppa.


che cosa mai avranno da ridere?! boh.


Comunque, dicevamo, George ha questo dinosauro e ci passa insieme tutto il giorno. Un pomeriggio, mentre la povera maledetta sta obbligando suo padre ad umiliarsi giocando a dama (sotto, la vediamo in posa di vittoria, la dittatrice delle pesche sciroppate, dopo aver fatto una mossa assolutamente inverosimile con una sola pedina. mah...)



 George entra in casa disperato perchè  ha perso il dinosauro. E piange, il povero piccolo, piange tantissimo!

A spruzzo.





Non so come facciano a piangere i maiali, ma a spruzzo come gli irrigatori dei campi non lo credevo possibile.

Mentre sparge lacrime amare per tutto il salotto, sotto lo sguardo allibito della madre (e secondo me anche un po' incazzoso, visto che l'ultima volta le ha inchiavicato casa col fango con la meschina sorella), a Peppa viene in mente di vestire i panni della detective per trovare il dinosauro del fratello.



Così gli fa una domanda intelligente: "Allora, George, dov'è finito il signor dinosauro?".

George la guarda come se fosse rimbecillita.
Cretina, ma se non lo trova, potrà mai sapere dove cavolo sarà finito il peluche?

Questo cartone insegna ai bambini ad essere cretini. Vi prego, fate vedere loro Lady Oscar. Lady Oscar è educativo, è bello! I temi sono sofisticati: si parla della storia di un personaggio dalle mille imprese, in un contesto storico preciso, particolare! E Lady Oscar ci ha due palle che un uomo oggi se le sogna!

Alla domanda super geniale di Peppa, il fratello risponde con un pianto, così la nostra regina delle pigne propone di andare a visitare tutti i posti che usa George durante il giorno per verificare la presenza del pupazzo. Vanno quindi in bagno e guardano nella vasca, nel letto e spiano sotto le coperte, in cucina ma sul tavolo non c'è nulla. 
I genitori assennati si focalizzano sul giardino e Peppa ci si fionda: vagano per l'area verde finchè non arrivano ad una specie di albero/stecchino da spiedini con le foglie di insalata sopra e il padre fa notare che il dinosauro si è incastrato tra i rami/stuzzicadenti.

Ovviamente la dittatrice del male deve prendersi il merito e spara un "l'ho visto prima io, quanto sono bella minchia!".


 'Sta stronza. Quanto la odio. Sfrangi maroni di questa grandissima.

Il papà prende il dinosauro e lo restituisce a George, il quale ricomincia a giocare sotto allo spiedino verde e lo fa incastrare di nuovo tra gli stuzzicadenti. Un po' scocciato, il padre glielo ri porge e gli dice "Bello di papà, non fare il beota: non è mica una brillante idea giocare sotto ad un albero! Eh!".

E tutto finisce in risata. Sempre con la solita risata di famiglia, che forse dovrebbe coinvolgere anche il pubblico a casa, ma io lo trovo assolutamente raccapricciante.



Ridono.

Senza motivo.

Sempre.


Un piccolo appunto che mi viene in mente è: se hai dei figli imbecili, mio caro Papà Pig, un po' anche anche colpa tua.
Ma l'ammonimento non è solo per Papà Pig.

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