Cominciamo alla grande con la recensione di un libro davvero ma davvero inutile. L'opera è di Mario Leoncini e pubblicato dalla Solfanelli nel 1991 in una collana chiamata Minas Tirith che per qualche strano motivo non raccoglie racconti fantasy ma bensì fantascientifici. Il libro, dopo la prima edizione, non ha avuto ristampe e attualmente lo si può trovare su internet, udite udite, in forma di rimasuglio da stock invenduti. Eh, già!
Ma cosa avrà di terribile un libro del genere, scritto per altro da un campione di scacchi? Credo che un breve riassunto della trama possa dare una risposta ai nostri lettori.
In un futuro in cui la terra è governata dal calcolatore centrale Macro ad ogni umano è assegnato un punteggio in base alle sue azioni quotidiane, tale sistema determina l'appartenenza gerarchica dell'individuo. In questo contesto troviamo il protagonista, Zed, che si troverà suo malgrado coinvolto in una spirale di conflitti politici che vede come protagonisti umani e androidi. Egli comincia ad indagare sulla possibilità che i capi centrali del governo siano androidi, senza poter contare sull'aiuto di amici e colleghi (saranno androidi anche loro?), di una segretaria che diventerà sua amante (e dopo si scoprirà essere un'androide. O forse no?) e finendo per sospettare lui stesso di essere nient'altro che un robot umanoide. Questa storia vi risulta familiare? A me si!
L'autore stesso dichiara di aver subito "l'influenza del Blade Runner di Philip K. Dick" e in effetti... no, no, aspettate "Blade Runner" di Philip K. Dick? Blade Runner? Ora, o stiamo parlando di due libri diversi o il fantomatico Blade Runner ha un'altro titolo ("Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" nel caso qualcuno non lo sapesse). In ogni caso l'influenza si vede, e anche troppo.
Purtroppo, però, quando si tenta di fare la bruta copia di qualcosa questa raramente esce bene. Ci troveremo di fronte quindi a capitoli in cui il protagonista uscirà dai guai nei modi più assurdi possibili, costruiti col chiaro intento di farlo sopravvivere. Che poi, diciamocelo, in un libro con un solo protagonista contro tutti si sa che il tizio non potrà crepare (per lo meno fino alla fine del libro) quindi le scene d'azione non risulteranno mai mozzafiato. In ogni caso il tipo si salva sempre il culo, anche quando si trova in una base ribelle collocata in un'isola in mezzo al nulla sottoposta ad un bombardamento da parte della megapotenza che controlla il mondo.
Il finale? Tutto torna come prima, tutti sono di nuovo vivi e a quel punto, beh, mi sono rifiutata di capire cosa cavolo fosse successo!
Il mio consiglio è: non perdete nemmeno il tempo a cercarlo, davvero non ne vale la pena.
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