sabato 28 settembre 2013

Cartoni brutti - Peppa Pig ep. 3: La migliore amica

Sottotitolo " les couilles vont toujours en couple".

Per forza: sono due! Eh!

Avevo detto che per un po' non mi sarei fatta del male e invece, per amore del mio odio, ho voluto recensire Peppa Pig.
Fortunatamente, questa volta l'episodio non è stato rivoltante come i precedenti. Quello che mi preoccupa è che sono solo al numero 3 di una grande saga di 4 stagioni, ognuna composta da una ventina di puntate.

Forse, voglio riguardare The human centipede, che tra parentesi, ho dovuto vedere in due volte separate, tant'era l'angoscia che mi dava.

Comunque, arriviamo al nostro appuntamento!



In questo episodio, a Peppa Pig fa visita la sua amica Susie Sheep: immagino sia una pecora, anche se a me sembra un cane. Però, oh, siamo nel mondo di Peppa Pig, dove gli animali hanno il cognome in base alla loro razza, quindi non dubito che Susie Sheep sia una pecora.

Solo che lo so io, che apparentemente conoscono l'inglese. Un bambino di tre anni magari ci vede, chessò, una nutria! D'altronde, anche le nutrie possono essere bianche. Io ne ho ben vista una mentre andavo in macchina verso pascoli verdi (senza pecore che sembrano cani).

Ma torniamo al racconto.

La piccola amica entra in casa e le due pseudo bambine ebeti partono a saltare ridendo come sceme.

 ecco il livello di istruzione medio che vige in questo paese

Le due, sono talmente contente di vedersi, che prendono e si buttano a terra per ridere, rischiando il trauma cranico oltre al fatto di uccidere i già pochi neuroni rimasti nei loro cervelli (o sacche scrotali, visto che all'inizio si parlava di testicoli).
Il tutto, sotto lo sguardo basito del povero George, che secondo me si pente di avere una sorella così.
Effettivamente, non auguro a nessuno di avere in casa una decerebrata del genere. Ora sembra che si sia pure duplicata!
Ad un certo punto, il cane pecora tira una pernacchia in faccia a Peppa Pig, il che mi fa scappare una risata poichè penso "Toh, stronza, pure i tuoi amici ti schifano!".
Peccato che sia una pernacchia consenziente e di riflesso, Peppa ricambia.
Che palle. Non va mai come voglio io.

Arriva Mamma Pig che invita candidamente le due piccole a cagare la nerchia altrove, tipo nella caverna in cui dorme la dolce pargola.
Così, le nostre giovani amiche, corrono in camera a giocare, solo che all'attività vuole unirsi anche George.

George, dolce, dolce George.

Sua sorella è una stronza patentata, il Signor Dinosauro in questo episodio lo ha abbandonato (probabilmente perchè si è stufato di rimanere incastrato nei rami/stuzzicadenti dell'alberto spiedino o di essere inzuppato dalle lacrime a spruzzo del suo padroncino) e lui e da solo.
Prova a fare il simpatico, indossa il cappello da giullare, quando l'arpia stronza arriva, con gli occhi a fessura, glielo leva dalla testa e gli dice: "Oh, vedi di non scassare che qua stiamo giocando da grandi!".
Usando il suo tono da stronza migliore.

che occhi a fessura fastidiosi. povera stronza.

Non contenta, la sfrangia maroni, riporta nella cesta il cappello! Ma quanto si infastidice 'sta scema che gioca ai giochi da grandi! Ma è cattiveria allo stato puro! Ma che cosa le costava far giocare il fratello con un cappello di dubbio gusto che nemmeno usa?

Peppa Pig insegna l'amore fraterno.

Dopo il climax di affetto, Peppa la regina delle pigne propone all'amica di fare un gioco a tema: lei è una fatina e trasforma il cane pecora in una rana.
Solo che la fatina sotto riportata si muove a saltelli che provocano terremoti forti tanto quanto i rutti di George, e ne fa avanti e indietro per la camera.
Mi ricorda un po' una bambina del quartiere in cui abito, alla quale ho sentito dire "Io sono una sirenetta!".
5 anni e 40 kg: per me l'ha mangiata, la sirenetta.

Corrono e girano per la camera, le due socie, si divertono un mondo e alla fne, fanno quella cosa che odio: vanno indietro buttandosi a terra e ridono.

Ma perchè?
Che senso ha?
Non capisco.

Mentre le due amabilissime ridono in terra, salutando le ultime facoltà mentali che se ne vanno, George tenta un nuovo approccio, questa volta con la palla, per introdursi al fantastico duo.
Ma Peppa non è ancora d'accordo.
Sia mai che George possa parere più simpatico di lei, rubandole l'unica deficiente che la segue nella costruzione del suo impero malvagio di pigne al qulo!

qui la vediamo che ruba la palla dalle mani del povero piccolo suino.

Mamma Pig sente che qualcosa non sta andando bene, date le vibrazioni omicide che arrivano dalla sua dolce figlioletta/fatina e richiama l'attenzione di George, invitandolo ad aiutarla a fare i biscotti con lei.

Le due inseparabili stronze, si sentono finalmente libere di giocare in santa pace. In realtà, tutto parte da Peppa, ma si sa, lei parla di sè al pulare maiestatis.

Decidono di giocare al dottore.
Ma indoviniamo: chi fa il dottore?
Peppa Pig(na)!
Che ruolo ricopre il cane pecora?
L'infermiera. Che figata.

Me la vedo, io, Peppa strutturata che va in giro in ospedale a dire "Della gestione di questo reparto stai sbagliando tutto! Si fa così." e fa quattro minchiate a caso, uccidendo metà dei pazienti.
Ah! Il mondo ospedaliero!

Comunque, ad un certo punto, si rendono conto che non hanno nessuno da ammazzare e chi chiamano?
Quel fesso di George, che pronto, dopo aver leccato la scodella del cioccolato datagli dalla mamma, si precipita ad interpretare la parte dell'ammalato: finalmente viene considerato.
Felicità per lui.
Disperazione mia.
George, il compagno di giochi di scorta, che viene richiamato solo quando non si sa cosa fare.

Peppa Pig insegna a trattare bene le persone solo quando fanno comodo.

Forse George è l'unico in quella famiglia di idioti che può salvarsi.
Forse.
Anche per il Signor Dinosauro ormai è troppo tardi.


Il povero piccolo si infila a letto e Dott.ssa Peppa comincia la visita:
<<Eh, sì. C'è proprio qualcosa che non va.>> esordisce Peppa.
George si gratta.
<<Hai tutti i sintomi della morte!>>, prosegue il cane pecora.
George si gratta ancora.

Per guarirlo, gli schiaffano un cerotto sulla pancia e un termometro in bocca e proclamano la cura: riposo.
Quello eterno, se fosse per Peppa.
Arriva quel simpaticone di Papà pig e chiede alla dottoressa una visita al volo: da vera professionista in campo medico, ella gli ausculta la pancia e sente rumori strani.
Da cacarella pesante, direi io, dato tutto l'eco da impianto idraulico che solitamente si ode prime del grande botto.
Ma Papà Pig, per salvare la faccia, dice di avere fame.

Di lì passa Mamma Pig con i biscotti nel piatto che secondo lei sono "la cura per George".
Che è ovviamente venti anni luce meglio del(l'eterno) riposo.
Rimango un po' male per il fatto che nel vassoio di biscotti, ci siano un biscotto a testa, quindi cinque.
Cioè, chi fa l'impasto per soli cinque biscotti? E soprattutto, chi si accontenta di un biscotto solo?

I biscotti finiscono.
L'episodio pure.
È il momento delle risate di massa che non capisco.
Ridono tutti, sempre, come se fosse un gioco, come se non andasse mai male nulla.
Un mondo di felicità rosa, grufolante e sterile dove viene promossa la stronzaggine dei bambini.

Ridono.

Mentre Papà Pig spera che finisca tutto in fretta perchè deve fare il botto.






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